Oltre 17 milioni a 39 Unioni di Comuni in Emilia-Romagna per accrescere la qualità dei servizi. 912.000 euro all’Unione della Romagna Faentina

Rispetto al 2017, +1,5 milioni le risorse regionali. Petitti: “Più risorse a sostegno del modello virtuoso della gestione associata”. All’Unione della Romagna Faentina, +200.000 euro rispetto al 2017.

Oltre 17,3 milioni di euro a 39 Unioni di Comuni dell’Emilia-Romagna per rafforzare la qualità delle gestioni associate dei servizi a beneficio di comunità locali, cittadini e imprese. La Regione ha assegnato nei giorni scorsi, alle Unioni di Comuni emiliano-romagnole i contributi, per il 2018, in base a nuovi criteri, contenuti in un apposito bando, stabiliti dal Programma di riordino territoriale (Prt) regionale 2018-2020.
Per quanto riguarda la distribuzione dei contributi per ogni singola provincia, 3 milioni e 393 mila euro sono andati a quella di Bologna per 7 Unioni; 660 mila euro a Ferrara (2 Unioni); a Forlì-Cesena 1 milione 459 mila (3 Unioni); a Modena 2 milioni e 579 mila (6 Unioni); a Piacenza 1 milione e 816 mila (6 Unioni); a Parma 2 milioni e 57 mila (4 Unioni); a Reggio Emilia 2milioni e 814 mila (7 Unioni); a Rimini 827.220 euro per 2 Unioni.
Alle due Unioni di Comuni della provincia di Ravenna, è stato assegnato 1 milione 729 mila (2 Unioni):
817.000 euro all’Unione Bassa Romagna e 912.000 euro all’Unione Romagna Faentina.
L’Unione della Romagna Faentina, che dal 1° gennaio gestisce tutti i servizi per i 6 Comuni dell’ambito territoriale (Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Faenza, Riolo Terme e Solarolo), è stata premiata con oltre 200mila euro in più rispetto all’anno precedente.
Quest’anno siamo riusciti a impiegare nuove e soprattutto maggiori risorse, per sostenere quei Comuni in Emilia-Romagna che, attraverso lo strumento delle Unioni, percorrono la strada virtuosa della gestione associata dei servizi. E lo abbiamo fatto con un’ampia condivisone e collaborazione con gli enti interessati. Il nuovo Piano di riordino territoriale triennale 2018-2020 – dichiara l’assessore regionale al Bilancio e al Riordino istituzionale, Emma Petitti si è dimostrato, confermando le nostre previsioni, uno strumento straordinariamente efficace per raggiungere questi risultati: ci ha consentito non solo di introdurre rispetto al passato ulteriori elementi di premialità, ma soprattutto di cogliere tutte le peculiarità, le difficoltà e le capacità progettuali dei territori della regione”.
Le risorse sono state suddivise nei territori emiliano-romagnoli per gruppi di Unioni tenendo conto del livello di sviluppo, con budget e criteri di riparto differenziati. Inoltre, una particolare attenzione quest’anno è stata dedicata alle Unioni montane per le quali, in accordo con Uncem, è stato effettuato un riparto delle risorse sulla base del monitoraggio delle spese effettivamente sostenute per la gestione delle funzioni a tutela e presidio della montagna e per il suo sviluppo.
Dei 17 milioni e 335 mila euro di finanziamenti assegnati, quasi 9,6 milioni sono risorse della Regione e 7,8 milioni sono provenienti dallo Stato, facendo registrare un aumento di circa 1,5 milioni di euro rispetto al 2017 su quelle regionali e di 500 mila euro per quelle statali.

Le Unioni dell’Emilia-Romagna.

I contributi regionali, che sono erogati agli enti in spesa corrente e senza vincolo di destinazione, sono calcolati sulla base di un complesso meccanismo che tiene conto di tre aspetti principali.
Il primo è il numero di funzioni gestite dall’Unione e dal livello di avanzamento della gestione associata: si vuole incentivare la gestione dei servizi comunali da parte delle Unioni secondo criteri e con modalità omogenee e unitarie su tutto il territorio, con regolamenti comuni, programmi intercomunali di pianificazione, uniformità delle politiche tariffarie e di accesso ai servizi.
In questa parte della valutazione – relativa all’integrazione dei servizi – nella graduatoria regionale l’Unione della Romagna Faentina, si è collocata al secondo posto con 110,94 punti. Al primo posto, con 138,47 punti, l’Unione della Bassa Romagna e al terzo posto, con 104,76 punti, l’Unione Terre d’Argine (area carpigiana).

Il secondo aspetto considerato nell’attribuzione del punteggio è la complessità territoriale: la presenza di territori montani, la diversa dimensione demografica e territoriale dei Comuni dell’Unione, ecc. All’Unione della Romagna Faentina – sulla base di questa valutazione – sono stati assegnati ulteriori 12,33 punti.

Il terzo aspetto valutato, per l’ulteriore attribuzione di punteggio, attiene alla presenza di specifici elementi organizzativi, come la presenza di un dirigente con funzioni di direttore, la sottoscrizione di progetti di sviluppo del territorio assieme ai soggetti della rappresentanza sociale ed economica, l’approvazione di un unico piano per la trasparenza e l’anticorruzione. In questo caso l’Unione della Romagna Faentina ha soddisfatto tutti i criteri di valutazione, e ha aggiunto ulteriori 22,19 punti al proprio punteggio.

Il risultato totalizzato dall’Unione della Romagna Faentina, è stato di 145,46 punti.

Per quanto riguarda l’andamento dei contributi ricevuti, per la Romagna Faentina negli ultimi cinque anni c’è stato un sostanziale aumento: 421.990 euro nel 2013, 571.507 euro nel 2014, 415.492 euro nel 2015, 626.788 euro nel 2016, 709.303 euro nel 2017. Il totale delle risorse ricevute dal 2013 ad oggi dai sei Comuni del comprensorio faentino raggiunge quindi i 3,6 milioni di euro.
Sono risorse importanti, che sosterranno l’ulteriore sviluppo del processo di integrazione territoriale della Romagna Faentina e il rafforzamento e la qualificazione della rete di servizi alle popolazioni dei 6 Comuni dell’Unione, secondo i medesimi standard di qualità ed efficienza.

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