Patrick Zaki cittadino onorario di Faenza

Patrick Zaki è un cittadino onorario della città di Faenza!

Il Consiglio Comunale ha approvato il conferimento della cittadinanza onoraria a Patrick Zaki, richiesta a gran voce dalla società civile. A questo proposito la rete di associazioni multiculturali Overall da mesi si spende per la sensibilizzazione della cittadinanza  e per mantenere alta l’attenzione sul giovane studente dell’Università di Bologna ingiustamente detenuto in Egitto,  anche attraverso il flash mob organizzato ad inizio giugno in Piazza del Popolo

Già in occasione dell’ordine del giorno presentato dal nostro gruppo consiliare a dicembre 2020 e approvato dal consiglio comunale, avevamo avuto modo di riflettere sulla potenza di alcuni gesti simbolici che riportano l’attenzione sulla fermezza democratica per la tutela dei diritti inalienabili, che tutti i paesi europei dovrebbero dimostrare. Ne è un esempio lampante la restituzione della Legion d’onore da parte del giornalista e scrittore Corrado Augias all’ambasciata francese dopo che il presidente francese Macron aveva consegnato la stessa onorificenza ad Al Sisi, Presidente egiziano.

Il conferimento della cittadinanza onoraria a Patrick Zaki è l’istituzionalizzazione di un gesto simbolico, che inserisce Faenza nella lista sempre più popolosa di città italiane che stanno conferendo la cittadinanza onoraria a Patrick, fortificando il coro che ormai da mesi chiede al governo italiano di rendere Zaki un cittadino italiano.

Oggi con questo conferimento sottolineiamo che le vicende di Patrick Zaki e Giulio Regeni non riguardano solamente l’Egitto ma ci interrogano  sulla solidità dei nostri valori e sulla profondità dei nostri principi di giustizia, libertà e democrazia, che sono alla base della convivenza civile della società. Diritti che nel mondo occidentale sono stati conquistati da tempo, ma che occorre presidiare e difendere con estrema attenzione. Siamo consapevoli che quello di Patrick Zaki non sia l’unico caso di privazione dei diritti umani e civili in uno Stato che si professa democratico ma che chiaramente non lo è. Anche per tutti questi volti sconosciuti – ragazzi, ragazze, uomini e donne che non sono però studenti di università sensibili e pronte ad esporsi come l’Alma Mater di Bologna – anche per loro abbiamo il dovere di esprimere la nostra contrarietà all’operato del governo egiziano e difendere con forza i diritti umani e civili.

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