Troll e fake-news, dalla Russia con furore

Confermata l’esistenza di una fabbrica di troll in Russia che ha favorito Lega e M5S

L’odore dei troll c’era, il sospetto che dalla Russia ci fosse una “campagna amica” a favore dei partiti oggi al governo pure, tanto che nell’aprile di quest’anno uno studio del dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’università Carlo Bo di Urbino aveva fatto emergere la possibile influenza di siti russi nella campagna elettorale italiana.
“Ci siamo imbattuti – aveva spiegato Fabio Giglietto, ricercatore della Carlo Bo, che ha gestito il progetto MINE- Mapping Italian News – in un caso che ha attirato la nostra attenzione: un sito russo, Politvesti.com , scritto in cirillico, che però ha pubblicato contenuti relativi alla campagna elettorale italiana. Abbiamo appurato che è un sito di propaganda politica a favore di Putin e, accanto al notevole volume di post pubblicati sul gruppo Facebook, abbiamo constatato che la fonte dei contenuti era il canale YouTube M5sParlamento».

La fabbrica russa delle fake news

Ora le cose sono ancora più chiare, più evidenti. Il sito americano Fivethirtyeight.com ha pubblicato, infatti, in quella che è una delle più grandi fughe di notizie della storia giudiziaria statunitense, nove file Excel che contengono circa tre milioni di interventi su Twitter. Di chi sono questi tweet? Sono di profili sospettati dal procuratore Robert Mueller (che indaga sul Russiagate, lo scandalo delle interferenze russe nelle presidenziali americane del 2016, dove Trump vinse su Hillary Clinton) di appartenere a operatori russi che, come sostiene Fivethirtyeight, hanno dato vita a “una sofisticata e coordinata campagna per seminare disinformazione e discordia nella politica americana”, diretta da una vera e propria fabbrica di fake-news diffuse da un esercito di troll: la Internet Research Agency di San Pietroburgo con 400 dipendenti, tutti alacremente al lavoro per inquinare i meccanismi fondamentali delle democrazie liberali dell’Occidente: quelli elettorali.

Troll amici degli amici

Sì, perché – come hanno documentato sia La Repubblica sia il Corriere della Sera – quelli di Fivethirtyeight.com hanno scoperto che il gioco sporco dei trolls russi ha riguardato anche l’Italia. Anche se servirà tempo per scoprire e comprendere fino in fondo come funzionava l’azione di disturbo, a oggi non c’è un collegamento diretto fra gli attuali partiti di governo e i troll russi, ma non c’è dubbio che la parte del materiale che è in italiano sia nettamente schierato a favore di 5 Stelle e Lega. Non producono materiale originale in italiano (e questo era già emerso dalla ricerca di UniUrb) ma rilanciano e diffondono, con una serie di retweet, i contenuti di altri profili che simpatizzano per i populisti.
Cosa rilanciavano i troll russi? Ad esempio, uno dei profili inquinatori era quello di Elena07617349 (ora chiuso, come quasi tutti quelli rintracciati) che si è distinto per la virulenza anti-Renzi e contro gli sbarchi di migranti. Anche dietro al falso tweet del figlio dell’allora ministro Poletti che, reagiva alle polemiche, insultando gli italiani, c’era la macchina russa delle fake-news.

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